Dopo il successo delle cartoline di Solcio (Solcio di Lesa: ritratto in cartolina) l’Archivio Iconografico del Verbano Cusio Ossola mostra ai suoi lettori Meina, attraverso un itinerario visuale dei suoi luoghi più famosi. Per ingrandire le immagini basta un click sulla foto.
I panorami

Una comitiva di meinesi in sosta davanti al ponte della ferrovia Arona Domodossola di fianco all’argine del torrente Tiasca. La cartolina, del 1903, è firmata Marta

In questa cartolina il Muncipio, che allora ospitava anche le scuole, circondato da alberi da frutto
Dal lago

Una visione dal lago datata 15 Settembre 1900. Si nota la presenza della ciminiere, testimoni della vocazione industriale del paese

Meina nel 1911. A parte la fabbriche e alcune ville sul lungolago le colline sovrastanti erano ancora completamente destinate all’agricoltura

Panorama dal lago ai primi anni del Novecento. Al centro l’Hotel Meina, mentre sulla destra sono visibili le fabbriche. Le colline sopra il paese sono quasi disabitate e ancora destinate a coltivazione

Il Municipio di Meina visto dal lago negli anni Trenta. Non erano ancora state costruite le case sul lato destro della via Bonomi

Il barcone da trasporto denominato “Gabarà” tratto dal libro Vedute fotogarfiche meinesi tar ‘800 e ‘900 di Carlo Manni, Meina, 1985, Comune di Meina

Anche in questo caso una cartolina colorata. In primo piano a sinistra il Grand Hotel Victoria, già Hotel Meina
Le industrie

Lungo il lago si trovava la fabbrica di oli e grassi lubrificanti di Emilio Foltzer. Come si legge nel bel libro Hotel Meina di Marco Nozza “Sopra la Foltzer, in una strada chiamata appunto via delle Fabbriche, su un canale idrico che già era stato la Roggia Molinara derivata dalla Tiasca sorgevano altre aziende, anche se molto meno ambiziose: la camicieria Minazza, la Micropietra, la cartiera La Folletta, la cartiera Gammberasio poi Storiti e poi Monteggia, per la carta paglia, la fabbrica dei bottoni Pozzi, un reparto staccato della cartiera Gamberasio per il macero e la sfibratura della paglia, trasformato più tardi in segheria, infine la fabbrica dei cucchiai Calderoni”

Una ricevuta datata 2 Ottobre 1902 per la fornitura di un barile di olio Rubino C, dalla Foltzer di Meina alla Società Funicolare Como Brunate. In alto i disegni delle due sedi

La pubblicità della fabbrica. Nel castello Foltzer di Genova, che poi fu sede della Casa del Fascio, venivano stoccati i fusti di olio in attesa di essere esportati

La Foltzer aveva sede a Rivarolo in provincia di Genova. La fabbrica meinese produceva oli, grassi e appretti per tessiture. Pochi anni prima dell’inizio della seconda guerra mondiale la fabbrica fu abbattuta per lasciare spazio all’omonima Villa Foltzer che divenne poi proprietà Lorenzini, al Lido con la spiaggia e i campi da tennis

Lo stabilimento era massiccio e aveva tre ciminiere visibili dal Lago. Oltre alla Foltzer erano presenti a Meina la Cascami Seta, un opificio per la filatura meccanica dei cascami, fondato nel 1852 dalla Società De Filippi Merzagora con l’incoraggiamento di Cavour. Le macchina erano d0avanguardia e importate dall’Inghilterra. Nel 1861 erano impiegati circa 200 operai che producevano soprattutto per il mercato francese. La Società per la filatura dei Cascami Seta di Milano, che aveva già una fabbrica analoga a Novara e arrivò ad averne undici , rilevò l’azienda di Meina nel 1888. La manifattura fu attiva fino al 1932, anno in cui venne e poi riconvertita alla pettinatura di fibre artificiali. Durante la guerra tutto si bloccà e nel 1954 la Cascami Seta fu definitivamente smantellata. Il suo archivio storico è conservato dal 2004 presso l’Istituto Storico della Resistenza di Novara

La carta intestata dalla Cartiera La Folla di Carlo Bedone fu Pietro fondata nel 1782, in una corrispondenza diretta al Cav. Uff. Luigi Tadini di Lesa il 31 Ottobre 1904. Nel 1858 il canonico Luigi Boniforti scriveva che le tre cartiere di Meina erano “tutte fornite di macchine a vapore continuo: quella di Carlo Bedni (sic) è una delle più operose e delle prime che siansi introdotte negli Stati; quella di Bartolomeo Stefanina è di nuovissima costruzione, con macchine di tutte perfezionamento”. Nella cartiera “La Folla” si produceva carta lana da staccio e cartone per la catramatura. Fu chiusa nel 1967 dal propietario di allora che si chiamava Giaj-Tenua

La carta intestata della Libreria Regina Pacis
Il lungolago

Al porto di Meina nel secolo scorso si lavava la biancheria. Il porto di Meina, che era molto attivo fino al primo decennio del Novecento, soprattutto per il traffico di carbone di legna. Nel 1934 fu ricoperto di terra e al suo posto sorsero i giardini pubblici

La cartolina ricordo della “Pro Monunemento! ai caduti di guerra, anno 1921, stampa Alias De Righetti Arona
Le ville

La Villa Faraggiana, l’edificio neoclassico più importante del lago Maggiore, commissionato nel 1855 dal senatore Alessandro Faraggiana di Novara all’architetto Antonio Busser

Villa Pasta, o La Favorita, edificata su commissione di Giuseppe Pasta, con la caratteristica balconata semicircolare. Le due ali laterali furono costruite successivamente

Villa Pasta fu costruita nel 1866 in un ampio parco che si arrampica sulla collina e ha un meraviglioso giardino all’inglese. Nella zona meridionale del giardino c’è un chiosco ottocentesco a pianta ottagonale che un tempo era utilizzato come toilette

Villa Garlanda, più in basso denominato Villino Adele, con la caratteristica architettura alpina Biedermeyer

La Villa Giulia, più nota come Villa Eden è una costruzione di fine Ottocento in stile neopalladiano. La facciata a doppio ordine di logge, i festoni, i vasi e la scala a doppia rampa curva ne fanno un caratteristico esempio di eclettismo dal fine gusto scenografico, assicurato dalle statue e dalla fontana e dalle araucarie

La Villa Kitzeroff era proprietà di importanti industriali tedeschi ed era stata poi venduta a Theodoro Mohwinckel, che era in Italia come rappresentante di un’azienda di ebanite tedesca. Il Mohwickel aveva fondato, qualche anno prima dello scoppio della guerra, una fabbrica di giocattoli di celluloide. Dopo essere stato costretto a lasciare il paese e a chiudere l’attività tornò in Italia nel 1919 e riacquistò la ditta, ma la concorrenza giapponese gli impose di riconvertirsi all’attività di rappresentante, insieme ai figli Franz e Theddy nei settori della chincaglieria, delle meteria plastiche, dei ferri chirurgici e delle radiocomunicazione. Successivamente divenne rivenditore ufficiale della Unda Radio. Le notizie sono tratte dal sito http://www.undaradio.com/storiaTH.xml

La facciata interna della Villa Bonomi, con la caratteristica decorazione in stile eclettico: bifore gotico-romaniche e tarsie romboidali. Era anche soprannominata la Villa Rossa

La Villa La Castagnara poi dei conti Di Savoiroux immersa nel parco di castagni secolari. La costruzione con pianta a “L” e tre piani era inizialmente di proprietà della famiglia Magistrini. Fu ridisegnata nella 1857 dall’architetto Eugenio Linati per volontà della contessa di Savoiroux che la restaurò nella sua forma attuale, con la terrazza al primo piano per godere la vista del lago. Vi sorgeva dal XI secolo un’antica casa di villeggiatura dei Benedettini di Arona, che dal 1572 e fino al 1773 era diventata proprietà dei Gesuiti. La caratteristica torretta cuspidata e il bel colore giallo la rendono immediatamente riconoscibile. Oltre che fella villa il Linati si occupò anche dei rustici, costruì la portineria e un mausoleo per la nobile famiglia
La galleria ferroviaria per la linea del Sempione
In tenda tra le statue: il campeggio Isola del Bosco nel 1938

Roulotte dalle forme rotondeggianti, Citroen C7 e brandine Moretti in ordine sparso, tanto c’era spazio per tutti. Ecco come si campeggiava, a Meina, alla fine degli anni Trenta
L’Istituto Luce ha filmato il Congresso della Federazione Internazionale dei Camping Clubs che si è tenuto a Meina, con la presenza di 2500 turisti il 10 Agosto 1938:
Anche nell’Archivio della British Pathe esiste un brevissimo documentario sul congresso di Meina: http://www.britishpathe.com/video/mobile-townships/query/Lake+Maggiore

Albergo Verbano all’imbarcadero: la pubblicità era scritta direttamente sul terrapieno, con vista dal lago. L’Hotel offriva stanze, ristorante, bagno, doccia, servizio cavalli e vetture

Cartolina pubblicitaria dell’Hotel Verbano: grande giardino in riva al lago, ristorante, termosifone e acqua corrente, garage, telef. N. 309

L’Hotel Pensione Zanetta, di proprietò Violante fu acquistato nel 1938 dall’intraprendete commerciante turco di tappeti Alberto Behar, che a Milano possedeva un lussuoso negozio in via Montenapoleone e aveva aperto un cinema ad Arona nell’ex Teatro Sociale

Uno scorcio dell’Hotel Meina con auto d’epoca, passanti, l’imbarcadero e il monumento ai caduti e due curiosi lampioni

L’Hotel Meina fu rinominato Grand Hotel Victoria e trasformato in un edificio più moderno prima della seconda guerra mondiale. Proprio qui, il 15 settembre del 1943, furono catturati e uccisi sedici ebrei. Al posto dell’albergo dovrebbe sorgere un parco della memoria a ricordo della vittime della strage nazifascista. La vicenda è stata narrata nel bel libro “Hotel Meina” di Marco Nozza e in un film di Carlo Lizzani

L’Hotel Bellavista situato lungo la strada del Sempione verso Solcio e dotato di terrazza vista lago

L’ampia terrazza dell’Hotel Villa Paradiso, una splendida villa di fine Ottocento poi trasformata in albergo e circondata da un parco secolare, dotata di piscina e sala congressi

La spiaggia privata dell’Hotel Villa Paradiso. L’Albergo è proprietà della famiglia Buraglio che a Meina possiede anche l’Hotel Bel Sit
Al Lido

L’entrata anni Trenta del Lido di Meina, scarna ed essenziale. Il Lido venne costruito nel lembo di terra che un tempo era occupata dalla Ditta Foltzer
Il Sempione e la Stazione ferroviaria

La cancellata barocchegginante in ferro battuto della neoclassica Villa Faraone, già Villa Collano, con la sua facciata sul lago ingentilita da un maestoso glicine, proviene dall’Esposizione di Torino del 1896 e separa il Sempione dal lussureggiante giardino di piante secolari, sofore giapponesi, rododendri e camelie
In apertura: Un saluto da Meina di Garzini e Pezzini – Milano, 1905. Due signore in abito elegante, sulla strada dopo i giardini Bedone e la villa Cestari (che sorgeva nell’attuale proprietà Scagliotti), dove si incontrava un edificio che ospitava la farmacia
Meraviglioso !
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Ho provato viva emozione nel vedere la Meina di un tempo !
Ora, vivo la Meina di oggi e , credetemi, è bellissima !
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Ciao Gianni!
Grazie per i complimenti!! Sì anche oggi si sta bene a Meina, sono d’accordo con te. E’ piccolo, ma c’è quasi tutto. Soprattutto evviva Mariarosa e i suoi manicaretti!!!
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potreste publicare qualche foto della mitica discoteca -il capanno dei pini- anni 80 situata nella pineta di s maria val vigezzo grazie le foto sontutte stupende
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Buongiorno Cristina! Non appena faremo un articolo su Santa Maria Maggiore cercheremo le foto della discoteca Il Capanno dei Pini, sperando di trovarle! Grazie per il suggerimento e per i complimenti. Paola Vozza con Marco Casali
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foto tutte stupende
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Fantastiche immagini. Se si potesse ricominciare da lì…..
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Visito di tanto in tanto il vostro sito. Fotografie meravigliose, grande e appassionata ricerca. Grazie e molti complimenti.
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raccolta splendida della memoria storica di Meina , Grazie
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