Il Lago Maggiore compare brevemente in Gli uomini, che mascalzoni…, uno dei film italiani più belli degli anni Trenta, diretto nel 1932 da Mario Camerini con la sceneggiatura di Mario Soldati. La pellicola è una commedia sentimentale girata prevalentemente in esterni: un inno al progresso, al movimento e alla comunicazione. Si susseguono velocemente nei fotogrammi manifesti e affissioni, insegne pubblicitarie di latta, macchine irrigatrici e financo una curioso spruzzaprofumo! Ricordava Canmerini che Vittorio De Sica, il protagonista del film, era talmente magro che, poveretto, ha fatto tutto il film con la bambagia in bocca, per sembrare un po’ più grasso!
È la prima volta che vediamo Milano sullo schermo. Ebbene, chi poteva supporre che fosse tanto fotogenica? Camerini ha saputo cogliere con una finezza estrema certi inconfondibili momenti del volto e del movimento di Milano ed è riuscito a darcene, senza sforzo, il colore tutto lombardo, l’operosa vitalità, scriveva il critico Filippo Sacchi sul “Corriere della Sera”. Nelle sequenza si riconoscono la rocca di Angera, l’isola dei Pescatori, il lungolago di Pallanza con il monumento a Cadorna, il ponte di ferro sul Ticino a Sesto Calende. La storia inizia quando Bruno (Vittorio De Sica) incrocia Mariucca (Lia Franca) in una mattina estiva a Milano e la insegue con la bicicletta. I due giovani si innamorano e Bruno, che di lavoro fa il meccanico, per far colpo sulla ragazza sottrae l’auto del padrone e invita Mariuccia a fare una gita ai laghi. Si fermano all’Hotel Meina, che nel film è ribattezzato Trattoria della vedova Musso, per un aperitivo. Sullo sfondo della scena si intravedono alcuni uomini impegnati in una partita di bocce. Dall’interno risuonano le note di Parlami d’amore Mariù, la canzone di Cesare Andrea Bixio che diventerà famosa grazie al film. Bruno e Mariuccia entrano nel sala e si concedono un romantico ballo. L’idillio è improvvisamente disturbato dall’arrivo della moglie del padrone che sorpresa di trovare Brun in quel luogo gli impone di riaccompagnarla a Milano. Mariuccia resta al ristorante in attesa di Bruno, ma lui non torna a prenderla perché resta coinvolto in un incidente. Seguono altre peripezie e schermaglie, fino al prevedibile lieto fine.

Bruno ha sottratto un auto dal garage in cui lavora e con una sorpresa porta Mariuccia a fare una gita “ai laghi”. Percorre la strada del Sempione fino ad Arona

I due prendono il traghetto per visitare il Lago. Si tratta della motonave a elica “Alpino”, ex piroscafo a ruote “Ticino”, ricostruzione della cannonniera austriaca a ruote “Taxis” del 1851

I due innamorati si fermano nel giardino dell’Albergo. Sullo sfondo la Rocca di Angera e degli ospiti impegnati al gioco delle bocce
Per cliccare il film basta cliccare qui Gli uomini, che mascalzoni… La gita al Lago Maggiore inizia al minuto 0.12
In apertura: i protagonisti in viaggio verso il Lago Maggiore
Si ringrazia Laura Pagani per aver suggerito l’argomento dell’articolo
[…] GLI UOMINI, CHE MASCALZONI … (Mario Camerini – 1932 – BN) VITTORIO DE SICA (Bruno)LYA FRANCA (Mariuccia) […]
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