Il cameriere stava ritto nelle scarpe strette ad aspettare la comanda dai clienti. Era luglio e faceva caldo. L’afa si mitigava soltanto alla sera, quando arrivava un benedetto venticello dal lago. Di giorno i villeggianti passeggiavano al mattino presto e riposavano nelle ore centrali. Oziavano al bar nel tardo pomeriggio, riparati dalle piante e dall’ombrellone bianco, bevendo un cordiale. Era spazioso l’Hotel Miramonti di Trarego. Aveva una ventina di camere con i pavimenti di parquet che scricchiolavano, i letti di legno con l’interrutture che penzolava dalla parete, i soffitti decorati con quegli affreschi dove l’occhio dell’ospite, nei momenti di abbandono, si perdeva. Negli arzigogoli geometrici e ripetitivi del disegnatore si poteva immaginare uno sguardo minaccioso, una ballerina che danzava o un satiro con le guance gonfie d’aria.

Due viandanti, il campanile di San Martino e l’Hotel Miramonti. Sullo sfondo il Monte Morissolo, con l’importante fortificazione della linea Cadorna e le gallerie tutt’ora visitabili

L’Hotel Miramonti con un automobile davanti all’ingresso. Un bar con i tavolini aveva preso il posto del parrucchiere nel locale antistante l’albergo, sulla sinistra
Arretrato rispetto alla strada, quasi davanti alla Chiesa di San Martino, l’albergo aveva una lunga scalinata, circondata da piante, che portava, attraverso una loggia con colonnine, parzialmente chiusa da vetrate colorate, all’ingresso e al ristorante. Sopra il portico un lungo terrazzo correva lungo la facciata, davanti alle camere del primo piano. Tutto era intonacato di bianco, ma le finestre erano ingentilite da cornici di mattoncini, abilmente poste in modo da imitare un fregio. Due allegri abbaini, ombreggiati da trine in ferro battuto, segnalavano la presenza di alloggi per la servitù. Tra le due cappuccine si ergeva l’insegna dell’albergo, in ferro grigio, dove le lettere che componevano il nome Miramonti, tagliate nella lamiera, si stagliavano contro il cielo azzurro. Ogni stanza aveva una porta finestra con un’inferriata, che più che mirare i monti, guardava verso il lago. Tutto l’edificio aveva un aspetto insieme nobile e rustico, con uno stile indefinibile, ma allegro e invitante. Al livello della carrozzabile un piccolo parellelepipedo ospitava il parrucchiere. In seguito il coiffeur se ne andò e un Caffè pasticceria e gelateria prese il suo posto. Sopra questi due locali c’era un’altra piccola terrazza dell’albergo.
A destra del Miramonti c’era il Vittoria, una pensione in perfetto stile lacustre: la classica struttura a capanna con due piani. Dove il tetto si univa c’era una finestrella. La stesso modello era riprodotto in miniatura, ma con un’apertura rotonda, in un piccola costruzione adiacente. Davanti all’albergo erano appoggiate le panchine con i tavoli, le sedie di vimini e i cinque grandi vasi di cotto che ospitavano oleandri tagliati ad alberello. Il Vittoria era antecedente al Miramonti, che venne costruito negli anni Venti.
Nei primi anni del Novecento in quel piano assolato sopra Cannnero, si arrivava ancora sul dorso di mulo ed era la meta favorita di turisti che soffrivano il clima umido delle località sul lago e sceglievano di trascorrere le loro vacanze a settecento metri d’altezza. Il paese aveva numerosi residenti, una latteria sociale e una centrale idroelettrica che illuminava strade e case. Gli artigiani avevano le loro botteghe, c’erano la merceria, i negozi di alimentari, il panettiere, la macelleria e il barbiere. In un’economia basata sul castagno e sul noce, non mancavano i mulini per macinare i cereali.
A Trarego avvenne anche uno dei più efferati eccidi della Resistenza. Il 25 Febbraio del 1945 le milizie fasciste uccisero i nove partigiani della Volante Cucciolo e, dopo aver umiliato i loro corpi con sevizie e mutiliazioni, minacciarono di bruciare il paese se qualcuno avesse osato celebrare i funerali. Con il boom economico del dopoguerra i giovani si traferirono nei centri del lago che offrivano maggiori possibilità di lavoro. Trarego perse molti residenti, i negozi chiusero i battenti e gli edifici vennero abbandonati.

Il Miramonti in una vivace fotografia a colori degli anni Sessanta. Dal sito Lago-Immobilien.de, agenzia immobiliare di Cannobio che ha in vendita l’immobile
Negli ultimi decenni alcuni stranieri hanno scelto Trarego come località di vacanza. Le abitazioni sono state restaurate e ora il paese è un gioiello di pace e silenzio, sorvegliato dai quattro maestosi platani centenari davanti al municipio. L’Hotel Miramonti è in vendita e aspetta un nuovo destino. Franco Rocca, fotografo verbanese che ha gentilmente concesso la pubblicazione dei suoi preziosi scatti, è entrato nell’albergo per mostrare, con le sue belle immagini, che cosa è rimasto. Per vedere l’intero set di immagini cliccare Trarego V. – Hotel Miramonti.

Il porticato in stile corinzio del ristorante aveva un pavimento di marmette con il soffitto azzurro. Le porte finestre di legno dipinto erano sormontate da vetrate colorate

L’interno di una camera in rosso con lavandino. I misteriosi fili erano stati tirati nella stanza qualche anno fa per la creazione di un set fotografico

Tutto il programma decorativo dell’Albergo Miramonti era costituito da affreschi molto raffinati, dipinti a mano e giocati sull’alternanza di colori pastello rosa, azzurro e giallo
Ecco un video che ci mostra l’Hotel Miramonti
Bellissima storia… Devo provare a chiedere il permesso per entrare all”immobiliare…
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Grazie! Non so di chi sia l’albergo, ma qui puoi vedere un video: https://www.facebook.com/groups/307248742733755/ A presto!!!!
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Capito…grazie…purtroppo non va il video 😦
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Aspetta ora metto il link giusto avevo sbagliato: https://youtu.be/LXQ2Yh_X3c0 ecco è questo!
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Grazie!
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