a cura di Giorgio e Paola Vozza
L’Editore Rizzoli ha pubblicato nel novembre 2014 Love Holidays, un bellissimo volume che riproduce i diari inediti di Fosco Maraini e Topazia Alliata negli anni 1934-1935. L’opera è completamente illustrata con immagini, disegni, ritagli incollati e foto originali. Pagine 536, 39€.
I titoli e le brevi note di collegamento sono redazionali. Tutti gli altri testi sono trascritti dall’opera. Per facilitare la lettura, i testi di Fosco sono in blu e quelli di Topazia in bordeaux. Nelle copertine dei quaderni è disegnato un sigillo, una sorta di marchio degli autori: le lettere FT fuse in un unico carattere con sotto un adattamento della scritta anglo-latina HAPPI e UNI, felici e uniti. Scritti a due mani, composti e illustrati con foto, disegni, cartoline, ritagli di giornale, biglietti, conti d’albergo, frammenti di guide turistiche, sono una sorta di ipertesto inventato lì per lì dai due giovanissimi autori. Topazia aveva ventun’anni, Fosco uno di più.
L’incontro

Oh finalmente. Eccola! “Topsy, Topsy.” Un kissone adorabile! Ce ne freghiamo di tutti, del capostazione col fischio, dei passeggeri, dei facchini. Che darlinga! Così annota Fosco il 21 Agosto
21 agosto 1934 – Fosco
Il lungo treno carico dei mei settantotto muli e quarantaquattro alpini corre lungo il lago. Nebbiolina. Ad ogni stazione treni espressi, velocissimi, ci sorpassano. Appena sento il rumore balzo su a vedere: forse c’è lei! Chi sa a che ora arriva? Finalmente Pallanza. “Prima giù questi sacchi”, e “giù queste casse”, e “piano coi muli”, e “agganciare le carrette”, e “su sveglia ragazzi”. Poi bisogna fare il campo ed i filari per i muli. Corro da un gruppo di soldati ad un altro, grido, strepito, faccio lavorare come negri, per non pensare: perché il tempo passi.

La copertina di uno dei diari di Fosco Maraini e Topazia Alliata, pubblicati nel volume Love Holidays. Il N. 7 copre il periodo dal 21 Agosto all’11 Settembre 1934 e sono registrate le tappe dei loro viaggi tra Pallanza – Intra – Macugnaga – Courmayeur – Colle del Gigante – Baveno – Milano – Intra. Costruiti come degli scrap-book i quadernetti contenevano le annotazioni dei due giovani amanti, inframmezzati da fotografie, cartoline, biglietti e disegni eseguiti da Topazia
E’ presto! Appena mi hanno scaricato la moto trovo una scusa e corro a Pallanza. Hotel San Gottardo. “Scusi è arrivata la signorina Topazia Alliata?” – “Non ancora signor tenente”.
Alle 11 è finito il campo. Fosco va avanti e indietro dalla stazione per diverse ore. Arrivano tanti convogli, ma Topazia non c’è…
Le 4
“Indietro signori, arriva il treno.” Oh finalmente. Eccola! “Topsy, Topsy.” Un kissone adorabile! Ce ne freghiamo di tutti, del capostazione col fischio, dei passeggeri, dei facchini. Che darlinga! Una sottanina bianca, una maglietta azzurra, un bascherino sulle ventitré. Un sorriso … oh il suo sorriso!

La Caserma Francesco Simonetta di Intra, dove era di stanza Maraini negli Alpini del IV Battaglione Intra. Composta da quattro corpi di fabbrica, al centro il comando, ai lati gli alloggi e in fondo a sinistra il magazzino e le scuderie, la caserma fu costruita tra il 1909 e il 1911

Un gruppo di alpini del Battaglione Intra. Secondo in piedi da sinistra Romeo Rizzolio. Foto gentilmente fornita da Lorenza Miglio, Verbania Antiche Immagini
21 agosto – Topazia
“Dov’è Pallanza? Quando si arriva? Non ne ho idea. Alcune ore. “Si sta per arrivare” – dico a me stessa che Fosco non sarà alla stazione – avrà da fare coi soldati – no non vi sarà certo. Invece “Topsy!”. What joy, what love in his darling voice – le braccia al collo, un bacione – finalmente! Non so cosa dirgli, i’m so happy. Ho appena il tempo di vedere dov’è attendato con i soldati ed i (… quanti?) muli. Una piccola tenda quadrata – isolata – è la sua.

Il 21 Agosto del ’34 Topazia raggiunge Fosco a Pallanza con il tram da Fondotoce. In alto la tramvia davanti all’Hotel Bellevue di Pallanza. La linea, a scartamento normale, collegava Pallanza con Omegna. Inaugurata nel 1910 fu smantellata dopo la guerra nel ’46
“Signorina parte il tram.” Lascio Fosco – un po’ confusa. Ho quasi paura di lasciarlo!!! A Pallanza vado al San Gottardo. Sono nella mia stanza – entra Fosco. At last! We throw ourselves in each other arms and are too happy for words. What a joy his eyes – his voice – his mouth his hands. Our bodies wish for one another like our souls …
L’ordine di servizio
21 Agosto – Il Comando
Espresso, 4° reggimento alpini, Comando Battaglione Intra. Issime, 19 Agosto 1934. XII. Oggi si inizia il movimento di rientro del battaglione alle sedi invernali. In conseguenza dispongo: il battaglione si trasferirà da Issime a Quincinetto nella notte dal 19 al 20 corrente.
Issime è in val d’Aosta, vicino a Gressoney. Quincinetto si trova in bassa valle, non lontano da Ivrea, sulla linea ferroviaria per Chivasso, Torino. Destinazione Pallanza.

Fosco arriva a Pallanza il 21 Agosto mattina, con gli altri alpini del Battaglione, da Quincinetto in Val d’Aosta. In alto la stazione di Pallanza. L’edificio basso al centro è la pensilina della tramvia
… Partenza da Quincinetto il giorno 21/8 alle ore 0,45 – Arrivo a Pallanza il giorno 21/8 alle ore 7,27. Sul convoglio quadrupedi e materiale comandante dal sottotenente Maraini Sig. Fosco, dovranno prendere posto il sergente maggiore maniscalco Russo Vincenzo, l’allievo maniscalco Macchi Luigi, un conducente recluta ogni due quadrupedi e i magazzinieri dei quattro reparti. Giunti a Pallanza il sottotenente Sig. Maraini provvederà a far scaricare quadrupedi e materiale accampandosi nel prato prossimo alla stazione tranviaria (cava di pietra di Fondotoce). Il Maresciallo Galli provvederà ad inviare il mattino del giorno 21 in modo che arrivino a Pallanza stazione non oltre le 8 la paglia (due quintali) per il campo dei conducenti, la legna e i viveri ordinari (meno caffè e zucchero per 57 militari) per il giorno 21 e il pane, carne, viveri ordinari per il giorno 22.
L’avventura del mulo
(lo stesso giorno, 21 agosto) – Topazia
Dopo pranzo … Fosco è abbastanza preoccupato perché un mulo ha le coliche – lo fa visitare dal veterinario – questo ordina una ricetta – è sera tardi – minaccia di piovere – si va lo stesso. Verso Omegna. A metà strada un lieve guasto alla moto. Si aggiusta. Pioviggina, ma non ce ne curiamo. Primo paese tutti dormono – non c’è farmacia di turno. Si prosegue – a Omegna trovare farmacia – trovare casa del farmacista – svegliarlo – la medicina sarà pronta in un’ora. La pioggia cresce. Si va in un caffè – piove sempre molto. Speriamo la smetta – macchè! La medicina è pronta – e ora? Vedo un camionone enorme diretto verso Pallanza – mi può dare passaggio sino al bivio – lì proseguirò con Fosco. Salgo accanto al conduttore grassoccio. Mi offre sigarette – mi fa tante domande sul mio fidanzato.

In alto un gruppo di alpini del Battaglione Intra. Al centro il maggiore Giuseppe Gallazzi, conducente di muli. Foto fornita da Ivana Gallazzi, fonte: Verbania Antiche Immagini
Piove a dirotto. Il bivio. “Grazie buona sera – ” piove – fortunatamente c’è una tettoia sotto la quale mi riparo aspettando Fosco – passeggio in su e in giù. Notte – tutto il paese dorme – passano degli uomini – “aspetta qualche d’uno?” “Sì – una motocicletta a momenti sarà qua” e aspetto … tenendo però vittoriosamente sotto il braccio una gran bottiglia, la medicina per il povero mulo! Dopo un quarto d’ora comincio a stare un po’ in pensiero per Fosco. Un guasto serio alla moto? O che sia slittato o che abbia sbagliato strada? Sono indecisa: continuare a piedi per Pallanza? ritornare indietro incontro a Fosco? o aspettare ancora? Aspetto. Tre giovanotti mi avvicinano – cerco di spiegare cosa aspetto. Sono molto educati – penso come sarebbe diversa la situazione in Sicilia! Finalmente … tu – tu – tu – tu – la moto (Fosco era rimasto senza benzina! E si era bagnato come un pulcino.) Ora: svegliare padrone del garage – rifornimento – piove sempre – si prosegue – si lascia la famosa medicina al famoso mulo. Si arriva a Pallanza contenti e bagnati e si dorme assieme felici, dopo tale divertente “avventura del mulo”. L’indomani il mulo guarì.
La sfilata verso Intra
Mercoledì 22 – Fosco

Un frammento del diario, con un biglietto del Lido di Pallanza e una foto di Topazia e Fosco in divisa. Il 22 il Battaglione parte a piedi da Fondotoce per trasferirsi nella caserma di Intra
Leviamo il campo alle 6 e alle 6,30 partiamo per Intra. A piedi, naturalmente. In testa il Maggiore con fanfare e ufficiali. Io in coda con la muleria ed i conducenti. Penso che si passerà sotto la finestra dov’è Top. E non sto in me dalla gioia. Il bambinone vuol pavoneggiarsi con tutta la sua “cavalleria”! Purtroppo invece si volta a sinistra prima di Pallanza e proseguiamo nell’interno verso Intra. Dopo poco siamo in Caserma. Cerco il momento per scappare, ma non voglio essere il primo ad andarmene. Gli altri bighellonano, cercando di far venire mezzogiorno.

La sfilata degli Alpini si trasforma in un’occasione: Fosco riesce a fermarsi a Pallanza e a pranzare con Topazia all’Hotel San Gottardo. Lì fanno sosta anche gli altri militari del battaglione
Oh at last, darling I can see you again! (ma è quasi mezzodì!). Colazione insieme al San Gottardo. Molta gente. Molti forestieri. I miei compagni della 24ma Comp. Sono lì a mangiare. Mi salutano con gran sorrisi e sottintesi. Uff! Li odio in questo momento! Mi riportano a mente la loro atmosfera schifosa e volgare in tutto ciò ch’è amore, mi par di sentirli ancora, come pochi giorni fa, quand’eravamo ancora insieme, sputar le loro frasi disgustose “sulle donne”. The waiters also are quite amazing: they also talk smiling, and hint, and have a confidential tone we cant bare.
Grande pasticcio con i gestori dell’Hotel San Gottardo
Fosco (la sera dello stesso giorno)
They have no room for me, so I just simply ask for a two bed room for Topsy and me. Non l’avessi mai fatto! “O cosa crede? E il decoro dell’albergo? Ma la nostra sa è una casa per famiglie! E non s’è bene informato sul nostro conto! Queste cose vada in altri posti a farle!” – “Cara signora è inutile che s’arrabbi” I answered “domattina cambieremo e andremo dove non urteremo la suscettibilità di nessuno.” In my soul I feel terribly disgusted and furiosly cross, but what’s the use of saying something to such people. Ar’nt they absolutely another planet? I just shut up and say good bye. I sleep alone in a little hotel along the lake. Topsy sleeps alone in her room at the S. Gtt. Fosco longs for Topsy.
“Son matti quei due”
Sabato 25 – Fosco
Dopo un giorno d’insopportabile, burocraticissima, piatta, noiosa e antipatica vita d’ufficio ci vuol qualcosa di un po’ più feroce! C’è da morire se no. In distanza grossi neri nuvoloni minacciano un temporale. Andiamo a sandolinare sul lago. Appena in acqua cominciamo a far sforzi eroici per non essere sopraffatti dalle onde (vere onde!). Dopo cinque minuti la mia imbarcazione va a fondo e devo tornare a nuoto alla riva. Top. Continua imperterrita.
Accidenti! Mi rimetto “in mare” ma dopo altri cento metri son di nuovo nell’acqua. Ancora una volta! Topsy continua senza curarsi di me, come fosse niente stare a galla in quest’inferno (ora piove a dirotto anche). Muoio dalla bile! Dalla spiaggia, al riparo, i bagnini ci guardano con compassione e derisione. (Son matti quei due!) Bagno bellissimo sotto la pioggia; poi corse sulla sabbia. Infine di corsa a cena. Gran fame.
La madamin del siur tenent
Domenica 26 – Topazia
Alle 6,30 sono alla Caserma Simonetta. Entro nel cortile dei soldati. Gran festa! “La bionda, la bionda!” Dopo alcuni minuti arriva il tenente Maraini – mi riceve dignitosamente in una stanza però molto sporca e brutta. Non gli si può dare un bacio perché davanti alla finestra passano soldati e ufficiali. Parliamo assieme di tante cose. Siamo felici di poterci almeno guardare l’uno all’altro. Alle 8 pranzo all’Albergo sola. How lonely I fell! I LOOOOOOOVE Fosco XXX
Gita a Macugnaga
Lunedì 27 e Martedì 28 – Fosco
Verso le sei partiamo per Macugnaga, in moto. Andiamo a vedere il M. Rosa. Alle 6,40 siamo a Piedimulera. Tempo così e così; minaccia brutto. Un tale si mette a far le corse con noi: ha un’Ariel. Vinciamo con facilità. Ad una curva però incontriamo un grosso carro con un carico di grossissimi tronchi. Evitiamo uno scontro per un pelo. (…) Alle 7,30 siamo a Macugnaga. Facciamo una breve passeggiatina fino a Pecetto, ma non si vede nulla dei ghiacciai: una densa nuvolaglia copre tutto. We feel terribly happy all the same. It’s the first time we are together in the mountains! Camminiamo svelti fino ad un punto solitario della valle. Saliamo su un grosso masso e appoggiati schiena a schiena cantiamo serenamente le Arie semplici delle Alpi.
La gioia profonda ed intima dell’altezza ci ha presi tutti e due silenziosi, tra una strofa e l’altra ascoltiamo i pochi rumori della sera che salgono dalle case lontane. E’ buio quando torniamo. Pranzo in un piccolo alberghetto oespitale; poi a letto, stanchi, col pensiero e la speranza d’un domattina sereno e il M. Rosa davanti agli occhi. Alle 5 mi sveglio. Il tempo è stupendo. Vado a battere alla porta di Topsy. In pochi minuti ci alziamo, poi via di corsa quasi, su per la valle. Ad ogni passo si scoprono nuove altezze e nuovi tratti del Rosa. Alle 6,30 bisogna fare dietro front, perché il tempo stringe; (alle 8 dovrei essere già in caserma).
La prima scalata “Uno degli spettacoli più belli che abbia mai visto e immaginato”
Dal 30 agosto al 3 settembre sono a Courmayeur. Per Topazia sarà il “battesimo” della montagna in alta quota. Salgono il Dente del Gigante, la superba cima di oltre 4.000 metri che sovrasta il fondovalle e segna il paesaggio contro il cielo della val d’Aosta. Di là è Francia. Per una principiante, la gita è molto impegnativa, senza contare la salita di più di 5 ore al rifugio Torino e le vertiginose placche rocciose che portano in vetta. Fosco e Topazia salgono il Dente con la guida Laurent Croux. Impiegano 6 ore fra salita e discesa: ancora oggi un tempo più che rispettabile. Topazia affronta il cimento con ansia e con le prevedibili difficoltà tecniche e di acclimatazione. Ma non si ferma e non rallenta la cordata. In discesa sul ghiacciaio, poco prima di rientrare al rifugio Torino, si volta a guardare la splendida guglia appena salita. Annota poi sul diario:
2 settembre – Topazia
In vetta faceva troppo freddo! Ci siamo fermati pochi momenti. Al ritorno ancora molto freddo ma si va … molto presto! Voltandoci indietro da questo punto – erano forse le 6 – ho visto uno degli spettacoli più belli che abbia mai visto e immaginato. Il cielo di un azzurro carico e deciso. L’ultimo sole batteva sulla roccia che si staccava di un colore rosso giallo caldo sulla neve bianchissima. A destra del Dente una nuvola sfioccata anch’essa piena di luce rossa. Con l’aria freddissima ed i ghiaccioli sulle ciglie e Fosco accanto a me credo che sarà un momento di quelli che s’imprimono talmente in tutto il nostro essere da rimanerne il ricordo per molti e molti anni forse tutta la vita.
Ancora sul lago
Martedì 4 – Topazia
We meet mother of Fosco. I feel a bit shy. She is charming. She is so young and fresh! She dresses extremely of good taste. She talks about interesting things. She asks us to dine with her at the Majestic Hotel. (What a difference from these past days in the mountains!). After dinner we sit on a lovely terrace – smoke and have coffee. At 10 we tell her good night and come back on foot to Intra. On our way we sing. Its lovely to walk hand in hand like two babies. So lovingly and light hearted. We are two darlings.
Mercoledì 5 settembre – Topazia

Il 5 Settembre 1934 è il compleanno di Topazia: compie 21 anni. Pensa alla sua felicità attuale, ai progetti e ai desideri futuri. Dall’amato Fosco riceve una scatola di cioccolatini
Faccio 21 anno! A wonderful sun – ray on my bed awaked me. What a light in my room! I stay some time in bed thinking about myself – my age – my future – my great present joy – my plans and wishes for the coming years. I don’t see Fosco before his going to Barrax (caserme, n.d.r.). I visit Isola Madre with mother of F. lovely place wonderful collection of plants. A darling boatman takes us there and back. We talk him friendly. He’s amusing. At 1 o’clock Fosco arrives to the Grand Hotel (Il Majestic di Pallanza, ospiti della madre di Fosco, n.d.r.) with a box of choc. For me – and full of joy and sun on his face. We can’t help kissing when nobody is looking. We hold hands and say much more in that way than if we’ld talk many many words. Lunch. Then rest. I’m happy. Ricevo molta posta. Regali di Fosco! regali di Fosco!
Fosco
At six o clock I go to fetch mother and Topsy, and we all three go off Stresa for dinner. We leave the Grand Hotel (very Grand Hotellish!) get on the boat and go across the lake. The lake is simply beautiful. Sunset. Vague colours, indefinite outlines to everything, silence. Great big monster like clouds, here deep black there rosy, further away white or purple. Mother Topsy and I get on marvellously well. So friendly! We talk little, but I feel our souls are accordati uno coll’altro; like instruments that will play together a tune. At Stresa we have dinner at the Hotel Milano. After we go back to Pallanza in a motorboat. It’s lovely in the dark cool night air to go swiftly on the black deep waters. At ten we are at Gr. H. Good night to mother. From Pallanza to Intra on the motoc. Thence to Ghiffa. We get off, put out the motor and sit on the shore singing for a while. How peaceful and friendly and united we are! We sleep in each other arms, tenderly united.
Topazia
Entering my room I find under the picozza Fosco’s auguri which touch me profoundly. I rush to his bedroom and face on him lugging him madly. I love what he’s written for me – what he wishes for his wife – his friend, his lover, his companion.vIt’s been one of those things that give me so much joy and make me love my boy with the maximum of enthusiasm. We sleep so so so happy!
Il soggiorno sul Lago Maggiore termina l’11 settembre 1934. Non così gli incontri dei due giovani in giro per l’Italia, che si prolungano fino all’autunno dell’anno successivo. In Sicilia, novembre e dicembre 1934; a Firenze, poi di nuovo sui monti nel gennaio – febbraio 1935. Prima però un infortunio di Fosco li fa incontrare di nuovo a Torino, all’Ospedale militare. Aprile – maggio: dal Cervino alla Marmolada al Tirreno. Da Agosto a Ottobre in Trentino e nelle Alpi friulane: impegnative scalate con i più forti alpinisti dell’epoca, Tita Piaz e Emilio Comici. Alcune audaci prime vie. Terminano le vacanze, si chiudono i diari, finisce il libro.
Fosco e Topazia si sposano nel 1935. Un anno dopo nasce la loro prima figlia. La chiamano Dacia e sarà una grande scrittrice. Verrà poi Yuki nel 1939 e Toni nel 1941.
Nel racconto di quegli anni ardenti, il tempo sospeso di due giovani: fra la giovinezza e la maturità, fra la spensieratezza e le responsabilità, fra la guerra e la pace. In Giappone, dopo l’8 settembre 1943, le autorità nipponiche, chiedono agli italiani l’adesione alla Repubblica Sociale di Salò. Fosco rifiuta. È la prigionia. La famigliola di 5, le tre bambine hanno 7, 4 e 2 anni viene rinchiusa in un campo di concentramento nell’isola di Nagoya. Privi di tutto, fame e freddo. Restano prigionieri fino al termine della guerra. Nel 1948 ritornano in un’Italia devastata che li aveva “dimenticati e sostituiti”.
Dall’Introduzione di Dacia Maraini
“In questi quaderni che raccontano gli anni giovanili di Fosco e Topazia, un ragazzo anglo-fiorentino che percorre l’Italia in motocicletta e una giovanissima e bionda siciliana, refrattaria a tutte le regole e a tutte le tradizioni, appena si conoscono e cominciano a frequentarsi, inventano un lessico che li chiude in un mondo di giostra amorosa dall’accento giocosa e autoironico. Le loro scelte linguistiche non derivano da un’opzione letteraria, ma da un intreccio di culture che li ha familiarizzati con lingue lontane fra di loro come l’italiano e l’inglese, come il dialetto siciliano e quello fiorentino, nonchè qualche termine spagnolo della nonna cilena.”
Dalla Nota storica di Toni Maraini
Scritti e composti a due mani, i diari sono illustrati a mò di album. Come loro stessi hanno raccontato, si divertirono molto in quegli anni a confezionare con un ingegnoso fai-da-te libretti, guide e album di diversa natura. Per FT (Fosco e Tosca n.d.r.) l’inglese era al contempo sfida al provincialismo e lingua dell’intimità … Scrivevano come parlavano senza perdere tempo a inserire correzioni o curarsi di eventuali lettori esterni … Creavano estrosi giochi linguistici: “darling” (tesoro) poteva diventare “darlinga/darlingo”, al plurale “darlinghi” e al superlativo “darlinghissimi”.
Le biografie di Fosco e Topazia
In rete sono disponibili diverse versioni. A chi ne fosse interessato, raccomandiamo, per Fosco, quella del Gabinetto Viesseux. Nella storica biblioteca pubblica fiorentina è raccolto il suo archivio: libri, fotografie, carteggi, corrispondenza. Su Topazia, Antonio Gnoli ha scritto per La Repubblica una bellissima intervista l’11 novembre 2014. Il giornalista l’ha incontrata a Roma dove risiede e insieme hanno discusso dei diari 1935-1936, appena pubblicati dalla Rizzoli. Per leggerla cliccare qui: “Seguii Fosco fino alla fine del mondo, ricordo tutto, ho scordato solo il dolore”
Fosco Maraini
Fiorentino, figlio dello scultore Antonio Maraini (1896-1963) e della scrittrice anglo-polacca Yoi Pawlowska Crosse (1877-1944), Fosco Maraini è stato scrittore, fotografo, etnologo, orientalista e alpinista. In tutte queste discipline, le sue opere sono di grande valore. I libri Segreto Tibet e Ore Giapponesi, tradotti in una dozzina di lingue, sono stati letti da milioni di persone. Sulle montagne, ha arrampicato con i più valenti alpinisti del suo tempo: Emilio Comici, Tita Piaz, Riccardo Cassin. Molte prime salite e ripetizioni di vie lunghe, esposte, difficili e pericolose: nelle Alpi, In Himalaya, nel Karakorum e nell’Hindu-Kush. Fra le sue foto, non si dimenticano i ritratti delle splendide pescatrici di ostriche giapponesi.
Sulle orme dell’etnologo Giuseppe Tucci ha percorso per la prima volta le strade dell’Asia nel 1937. Da allora la passione per l’Oriente non l’ha più lasciato. In Giappone nel ’39 con una borsa di studio a Sapporo per lo studio degli Ainu, un’antica tribù del nord; poi lettore di italiano nella famosa università di Kioto. Dopo l’8 settembre del 1943, le autorità giapponesi chiedono a Fosco e a Topazia l’adesione alla Repubblica Sociale, sollecitate dai repubblichini di Salò, ancora alleati dei tedeschi nell’ultima fase della Seconda guerra mondiale.
I due italiani, antifascisti da sempre, non si piegano e per il loro rifiuto vengono rinchiusi in un campo di concentramento nell’isola di Nagoya. Vi resteranno fino alla fine della guerra nell’agosto 1945, dopo le esplosioni atomiche di Hiroshima e Nagasaki. Mesi tremendi di miseria, fame, freddo e sevizie. Per loro e per le tre bambine: Dacia la più grande aveva solo 7 anni.
Tornano in Italia nel 1946 “affamati e poverissimi”, come ricordano le figlie. La sua passione per l’Oriente resta però intatta. Due anni dopo riparte per l’Asia ancora con Antonio Tucci e viaggia a lungo in Tibet. Nel ’53 rimette piede in Giappone. Nel ’58 è di fronte alle più alte montagne della terra: spedizioni al Gasherbrun IV e al Picco Saraghar. Scrive sempre: libri, articoli, diari, e fa fotografie. Di ritorno in Europa, insegna a Oxford e infine nella sua città: professore per 11 anni a Firenze di Lingua e letteratura giapponese. Si ritira poi in una casetta fra le sue prime montagne, le modeste ma bellissime Alpi Apuane; a Pasquìgliora sotto le ripide Panie guarda il dolce mare della Versilia.
Fosco muore a Firenze all’inizio dell’estate 2004. Aveva 92 anni.
Topazia Alliata
Ha 102 anni, vive a Roma. Pittrice, scrittrice e gallerista, Topazia nasce in Sicilia a Palermo nel 1913. Suo padre è un principe, proprietario della splendida tenuta di Casteldaccia, dove nasce uno dei più preziosi vini d’Italia, il Corvo di Salaparuta. Il padre ha una mentalità moderna nella conduzione dell’attività agricola e nell’educazione dei figli ai quali insegna l’indipendenza e il senso di responsabilità, senza i rigidi conformismi della tradizione aristocratica. Topazia cresce libera e autonoma. A Firenze con la madre incontra un bel tipo: “Un giovanotto dalla faccia un poco mongola, gli occhi stellati”. Bionda, ben fatta, Topazia è “Una ragazza ribelle e dolcissima”. Comincia per loro una storia fantastica, che diventerà però terribile durante la guerra. Nei due anni 1935-1936 sono insieme sul lago Maggiore e sulle Alpi. Fosco è alpino a Intra, poi viaggiano liberi fra la val d’Aosta, le Dolomiti, Firenze e la Sicilia. Percorrono l’Italia in motocicletta, innamorati e appassionati di tutto: di vita, delle montagne, del mare, dei paesaggi, di loro stessi. Lui aveva 21 anni, lei 20.
Da quell’unione, in quegli anni, nasce Dacia nel 1936 a Firenze, poi Yuki nel 1939 e Toni nel 1941 in Giappone. La famigliola appena formata diventa numerosa nel periodo più terribile dell’intero Novecento. Anche Topazia, interpellata dalla polizia giapponese, rifiuta il giuramento di fedeltà alla Repubblica Sociale di Salò e si consegna alla prigionia con Fosco e le 3 bambine. I suoi diari, scritti nel campo di concentramento, sono stati ripresi dalla figlia Toni e pubblicati da Sellerio nel 2003 col titolo Ricordi d’arte e di prigionia di Topazia Alliata. Bello e tragico, il libro di Toni Maraini s’inserisce fra le testimonianze più importanti e originali della enorme memorialistica dei perseguitati e delle vittime della Seconda guerra mondiale.
Al ritorno in Italia nel 1946, Topazia non ne può più di tragedie, privazioni e vessazioni subite in Oriente. Si rifugia in Sicilia a casa sua, ma tutto è cambiato. L’azienda agricola è in declino; suo padre muore in quello stesso anno; le figlie non hanno nulla. “Tutto cominciò ad andare storto. Ci si mise anche la crisi con Fosco. Lui voleva tornare in Giappone. Io ne avevo abbastanza. Alla fine ci separammo. Vendetti per poco l’azienda, pagai i debiti, e mi trasferii a Roma”.
Nella capitale, Topazia apre una galleria dedicata all’arte contemporanea con un indirizzo astrattista. Organizza le prime mostre di artisti americani, poi Piero Manzoni, Jan Kounellis, Pino Pascali, Corrado Cagli.
Aveva però smesso di dipingere. Di lei tornano da un remoto passato gli allegri disegni dei vent’anni, quando con Fosco trascorse Love Holidays, una straordinaria stagione di vita e di amore: “Una gioia indicibile, quasi sfacciata.”